Ma certo, che diamine! E’ ovvio che con il fortunale che c’ è stato giovedì per quanto riguarda foglie e sporco tutto il mondo è paese, o, meglio, tutto il mondo è… Via San Giuliano.Ma qui ci si riesce a distinguere lo stesso. Infatti, nei metri cubi di foglie che io e i miei vicini abbiamo raccolto davanti a solo 4 numeri civici, le uniche foglie verdi erano quelle, poche, delle nostre, sane, piante. Invece tutto il resto erano foglie secche di questi lecci che dovevano essere tagliati per iniziare i lavori già l’ estate scorsa. Che significa? Quello che ho sempre affermato: che qui è un autunno continuo e che ogni folatina o ogni pisciatina di nuvola fanno cadere un numero spropositato di foglie secche, in ogni stagione, anche adesso, quando le piante dovrebbero essere nel pieno della loro vigorìa… se di vigorìa ne avessero!
Inoltre solo con la pala sono riuscita a liberare i tombini, otturati subito da queste foglie che sono tremende, che hanno creato sulla strada un torrente prima e dei laghi dopo.
Tornando a casa a pochi minuti dalla fine della pioggia, percorrendo il marciapiede con la bici a mano (giacchè la strada era impraticabile) e senza ombrello, perché con l’ ombrello aperto non ci passi ( ! ), grazie al saliscendi di questi marciapiedi pericolosamente dissestati, prima sono finita nella pozza davanti al cancello del mio vicino con l’ acqua fino alle caviglie; poi in quella davanti al mio, un po’ più alto, con l’ acqua sotto la caviglia. Ma mentre aprivo il cancello, sono passate tre auto che, non potendo correre in mezzo alla strada, mi hanno completamente lavato, dalla testa ai piedi, anticipando i gioiosi gavettoni Ferragostani!
Le foglie le ho tutte raggruppate in tre graziose “muttere” che lascierei lì, giusto per vedere quanto ci mettono a passare e a raccoglierle. Ma siccome usano quella macchina che le soffia, so già che, come al solito, me le ritroverei di nuovo nel mio cortile. Quindi…
A proposito: ho scattato delle foto. Certo, non rendono, ma io potrei portare sempre i sacchi condominiali e ricostruire le tre “muttere” davanti all’ ufficio del Sindaco. Come sa anche lui, le parole lasciano il tempo che trovano…
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